Lasciate ch’io giudichi
ciò che m’infonde la vita:
è la mia ragione,
il chiavistello dorato che apre
a me tutte le porte delle stelle
dopo l’abisso della rinuncia.
La scappatoia dall’inferno
è lo spettacolo del contatto
col suo corpo di miele,
accarezzare le natiche tornite
svelando poi i ragni del pube
per entrarvi in un saliscendi.
Nella bruma ancora m’aggiro,
non credo alla prossima estate
né alle giravolte dei caprioli nella neve;
penso al mio corpo,
al tuo d’equità simmetrica
allora son vivo.
Ricominci a giocare all’amore
bellezza solare e visibile
ti pensi sola
ma ti ritrovi duplice
riflesse nello specchio due bocche
chi vuole amarti canta nella rugiada.