Ascolto le note musicali della tua voce
venuta dalla terra per salire al cielo,
spio i tuoi tratti corvini:
ecco la tenerezza dello sguardo di seta,
la tua bocca, parola senza eco.
Avverto salire a tentoni il muschio della tua pena.
E’ la guerra oscura del cuore,
la lama spezzata di angosce commosse,
l’ebbrezza dei desideri.
E’ questo la mia vita:
l’acqua che i tuoi occhi mi recano,
il concerto di voce dei tuoi sottili pensieri.
Ah, coppa, ruscello, mia agile, futura compagna.
Scorgo le coppe nella danza gialla delle foglie.
Ti giunge ululando il vento
nell’ora del sangue fermentato
quando la terra palpitando vibra
sotto il pallore del sole che la riga con code d’ombra.
Eccola, la tua forma familiare,
ciò che m’inonda
che mi empie l’anima in abbandono,
la tenerezza che s’avvolge alle mie origini:
matura in una carovana di frutta
uscendo dal tuo cuore come il vino dal centro dell’uva.