UN ALBERO

Un vago albero

i cui rami son ruscelli

bevono alla sorgente del sole,

i pesci squamati d’argento

cantano come perle,

padroneggiano i miei capricci.

Poi una donna dalla bocca di fragola,

di rose vermiglie che s’aprono come conchiglie

è fiamma braccata dalla linfa dei desideri,

amante irresistibile impastata di rosa

sotto l’albero rotolandoci

fra carezze di rugiada.

Il suo delirio,

il suo amore ai miei piedi

feriti dagli aghi di pino;

le conchiglie dei suoi occhi corvini,

limpida sotto le sue smagliature-

fucina di tutti i miei sogni.

In questa foresta che brilla

di cento uccelli muti

nella notte dell’albero

sei un fiore bruciato nell’aria erosa,

nessun altro colore ha il sopravvento-

si manifesta in un sentiero di carne.

Distillare le coppe del tuo oro nero

sino all’ultima goccia di sonno.

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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