Un vago albero
i cui rami son ruscelli
bevono alla sorgente del sole,
i pesci squamati d’argento
cantano come perle,
padroneggiano i miei capricci.
Poi una donna dalla bocca di fragola,
di rose vermiglie che s’aprono come conchiglie
è fiamma braccata dalla linfa dei desideri,
amante irresistibile impastata di rosa
sotto l’albero rotolandoci
fra carezze di rugiada.
Il suo delirio,
il suo amore ai miei piedi
feriti dagli aghi di pino;
le conchiglie dei suoi occhi corvini,
limpida sotto le sue smagliature-
fucina di tutti i miei sogni.
In questa foresta che brilla
di cento uccelli muti
nella notte dell’albero
sei un fiore bruciato nell’aria erosa,
nessun altro colore ha il sopravvento-
si manifesta in un sentiero di carne.
Distillare le coppe del tuo oro nero
sino all’ultima goccia di sonno.