I miei occhi di giada e i tuoi d’onice

I miei occhi di giada e i tuoi d’onice

dischiudono i vetri delle finestre-

penetreremo nel ballo delle foglie gialle

nelle quattro pareti dell’intimità,

giungerò alla tua immagine latente.

Sempre a me ritorna come un chiodo di cristallo.

Una sontuosa dimora, rifugio desueto

da cui inizieranno i viaggi e le migliori follie,

vi proteggeremo l’incedere della via

cercheremo bagliori azzurrati d’universo

sotto la campanula del firmamento

riposandoci madidi ogni aurora in un manto.

Nuvole fuggevoli dall’eterno sorriso nel blu,

laghi ingabbiati in fondo alle pozze, la pioggia,

la lingua del vento con anelli di frescura,

giardini novelli infittiti di tenere spine-

di questi la più bella sei tu, un balsamo di riposo.

Vorrei scorgerti nuda e lucente come un panno bagnato.

Le fogge dei colori cangianti del cielo su di noi

sul filo della leggiadria della tua chioma-

saremo un’unica idea simbiotica nell’aere

vestita da indumenti a tinte rosse di passione,

bianchi come il nitore della tua anima candida

o rosei come gli acuti che si elevano nei capricci striduli.

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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