Lingua di fata

Donna colta in un mazzo di spighe,

in un roseto,

la tua pelle è un frutto maturo

immergendomi in una cute madida

e la tua anima, candida come un giglio,

ha il nitore degli specchi.

Ti posso donare solo sogni di polvere

che fuoriescono dal mio cuore con un lamento,

sogni che corrono come cavalieri alati

colmi di aneliti e trepidezza.

Posso amarti solo con una ghirlanda,

papaveri e baci.

Con onde che s’innalzano azzurre

giungendo a te, lingua di fata,

in acque pensierose

sul velluto dell’erba umida

nuotando controcorrente, com’è

nella vita il nostro cammino.

Fra grida d’uccelli nella bruma,

tra fitte punture di pioggia

con ali bagnate

in una corolla d’acqua

noi, figli del vento,

svetteremo al firmamento come due rosse binarie.

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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