Donna colta in un mazzo di spighe,
in un roseto,
la tua pelle è un frutto maturo
immergendomi in una cute madida
e la tua anima, candida come un giglio,
ha il nitore degli specchi.
Ti posso donare solo sogni di polvere
che fuoriescono dal mio cuore con un lamento,
sogni che corrono come cavalieri alati
colmi di aneliti e trepidezza.
Posso amarti solo con una ghirlanda,
papaveri e baci.
Con onde che s’innalzano azzurre
giungendo a te, lingua di fata,
in acque pensierose
sul velluto dell’erba umida
nuotando controcorrente, com’è
nella vita il nostro cammino.
Fra grida d’uccelli nella bruma,
tra fitte punture di pioggia
con ali bagnate
in una corolla d’acqua
noi, figli del vento,
svetteremo al firmamento come due rosse binarie.