Spostiamo insieme distanti
gli argini d’un fiume denso
d’una grassa prateria di fiori,
viviamo nel medesimo ruscello
scaturito da una florida fonte,
apparteniamo ai lidi più felici.
Filari di pioppi lo ornano,
son legni che viaggiano sulle onde,
il nostro peso immobile
scava il paesaggio rupestre-
ogni accordo di consonanza
mai concluso s’è dissolto.
Nella città impregnata
di miseria e tirannia
l’ombra di paesaggio si scolora,
s’eclissa l’ora della schiavitù
alle spalle speranza mi spinge-
mai per sempre ci lasciammo.
L’erba si rialza viva
su strati innocenti di terriccio.
La gioventù in delirio si scolora,
più oltre tutto è rovina-
sono baci a misura di noi stessi
impastati di rosa e rosso fuoco.