Nella danza della brezza
solco strade senza fine
calco i passi delle foglie
le nuvole occultano la tua ombra
specchiata nella tua immagine;
aculei di timore irrompono nella notte.
Sono palpebre per non vedere
chiudo le ciglia per non piangere.
Dove sono le tue mani e le carezze?
Dovo sono i capricci di futuri giorni rosati?
Tutto da afferrare graffiando
a smorzare ricordi di gelide notti.
Le aurore t’amo, ho le notti nelle vene.
Mi fido delle tenebre per indovinare
mi conferiscono il potere di avvolgerti,
di scuoterti di desiderio,
il potere di rivelarti
di afferrarti, di prenderti nei sogni.
Scorgo di fronte profondi occhi
ascolto parole che seppi ispirate
condivido l’amore che m’ignora
s’accende il mio cuore, la necessità d’amare.
Ma reclino il capo per pascere la pena mortale,
la vergogna s’uno sfondo di sberleffi cruenti.