Fra una petraia e un ciclamino

Fra il carcere e l’aria libera,

tra i pugni e le carezze,

fra una petraia e un ciclamino

vi son diversità più ammalianti

che tra la pioggia e il vento,

l’uomo e la donna.

Mio elemento primario

cespuglio di metamorfosi

il tetto delle stelle si distendeva

in un dicembre di corvi

che sfumavano nelle nebbie

della mia solitudine.

Ho sempre temuto il tuo silenzio:

vi nascono idee senza ragione,

assenza di palpiti di fremiti,

lo stucchevole rame

assai meno lucente della tua cute

dirimpetto alle persiane dei vetri.

Il tuo volto fendente,

landa affatto deserta

perché sei tagliata apposta

per l’amore e il piacere-

in un gomitolo di lenzuola

te ne starai nuda supina.

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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