E’ stata la tua legge del sorriso
a tramutare in fronde le foglie del pianto,
un movimento fiorito di luce
a far cadere dal cielo fili dorati
come la leggiadria della tua chioma.
Al primo raggio le tue orbite percorrono
deserti e vulcani, sei però rosa selvatica
la cui essenza mordi piangendo
perché il seme del tuo ovario cadde nella terra-
presto aspirerai profumo di gelsomini
decidendo nell’estate imminente
il colore del nostro oceano complice della schiuma.
Riposa la tua schiena morbida,
il mappamondo del tuo petto,
i petali profumati della tua forma di dea,
entra femminea nei miei sogni-
solo allora sento che scendi dall’albero ombroso,
che passa dal mio amore la cascata del cielo,
e che tu, essendo fiamma di fuoco minerale,
mi concedi il ramo imprescindibile e vita d’oro.
Forse tu, compagna, sei figlia dei riflessi delle stelle e delle fiamme,
rammento come uscisti dalle foglie del fuoco,
sei ancora pane della selva, cenere del grano e dell’orzo.
Amore mio, mia forte colomba, mia stella di sabbia
con la sicurezza d’una stirpe di carta,
giunta alla guerra della mia anima bruciante,
marcerò ora e sempre in quella selva circondato d’animali feriti
accordando i passi al mio delirio
perché ormai svetta la cupola della tua torre.