IL PESCATORE

E’ solo nelle forti tempeste di maestrale
il disperdere tempo prezioso-immense ondate
s’infrangono impetuose tra le conchiglie.
Giorni inutili del pescatore, sin col nonno,
nel paese, unica parlata il dialetto,
ad apprendere i dettagli del mestiere.
Presto con i compagni di conoscenze
a sortire nell’alba dal porticciolo,
la fragile chiglia solca in ogni stagione
il saliscendi a intervalli del mare,
il motore scoppietta calcolata miscela.
E’ un costante perseverare nello scandagliare
i fondali sabbiosi in cerca di sorgenti fruttifere.
L’unico strumento a disposizione dalla nascita
nell’arrampicare gli stenti, svicolare
tra le enormi pietre predisposte.
La casa è diroccata-nei muri crepe e muffa-
e l’allusione all’amore poco gli appartiene,
sino a una scarna prole a cui dare pane.
Le rughe di sale presto corrugheranno il viso,
dalla gioventù la pelle ne era già segnata
e, forse, un giorno qualsiasi, un pericolo mortale,
per una barca che n’è talmente incurante,
apporrà il punto, nei flutti, al dolore.

Seconda ex-aequo nel Premio Nazionale Campodipietra 2015, Jelsi (CB)

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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