Conducimi per mano
in una strada dal tappeto erboso
dove mi dirai di conoscerti.
Forse per un attimo hai chiuso gli occhi
più nitidi d’un cielo stellato.
Portami verso una vita lieta,
divelgi l’inferriata che mi divide
dal tuo sorriso che tutto occulta.
Dimentica l’urna delle mie ceneri
tranne il terrore che provo per noi.
Lei è aria trasparente nelle narici,
rete nell’ardore della pelle
per fiorire in un battito d’ali.
Ecco che s’accenderanno bagliori
nei suoi occhi: sono il firmamento,
il cielo ebbro di pioggia rossa che fa da manto.