Piante maggiori
coinvolte nel fuoco,
bionde o brulle, bruma o rugiada,
fiori estremi maledetti.
I tuoi seni di grazie accettate,
risate fra gli alberi, corse affannate.
Sono venti d’uragano.
Uragano che protegge le sue creature
frantuma steli di luce
assegna erbe agli insetti
nelle fumate dell’autunno,
nelle ceneri dell’inverno.
Randagia dalla fronte spianata,
il suo cuore, i suoi occhi-
è un astro,
le sue orbite palesano i pensieri:
trapuntati veleggiano in un gruzzolo di luce
nel tepore della stagione delle rondini.
Sul lungofiume di ramature
palpebre dischiudono intriganti occhi bruniti
dal bagliore dell’eco del fuoco.
Sul lungofiume dalle labbra umide
sognando la tua anima d’ombra
svanisce ogni assedio di pena.