Onda di marea risacca del firmamento,
acqua che sale sulla rena dove le nostre orme,
passeggiando, lasciano una scia di luce-
t’apri come la corolla d’una rosa nell’aurora.
Un immenso che graffia il vento
come un potente lancio di frecce nel cielo.
Ah primavera di abbacinate farfalle,
lei rondine innamorata che vola dal mio cuore al sole.
Scalpita nel crepuscolo,
i tratti del suo volto incisi dai coltelli nelle mie mani
lei, i suoi acuti giunti ai miei
lei, i suoi occhi neri.
Lei, il suo cuore, libellula libera
che, come una formica intelligente
con antenne d’istinto mi tocca.
Se le mie parole la trapassassero come aghi
dovrebbero entrare come spade
in un velluto d’arazzi.
Fiamma di luci,
liberami da questa notte cupa che annienta.
Amami, desiderami: la tua voce riecheggia nell’aria
e arde nel vento, la mia si smorza e muore.
Il mio richiamo la raggiunse
nelle notti di gelide stelle.