“Un’orchidea selvaggia” di Marco Galvagni (Transeuropa, 2020) è una raccolta poetica di seducente e misteriosa eleganza diffusa attraverso l’incanto e l’armonia dei versi, sapientemente equilibrati nella grazia, nella piacevole essenza della vita, congiunti nella “primavera d’amore”, nella rinascita vivace di ogni lusinga. Il profumo delle parole divulga la passione, dischiude i ricordi e comunica la delicatezza di ogni sensazione emanando la preziosa testimonianza di un sentimento d’attrazione, identificando il tempo migliore della poesia che conserva intatta la cura dei desideri e delle emozioni. Marco Galvagni da voce ai segreti raffinati del suo sentire, con melodie ispirate, esprimendo il calore dell’orizzonte interiore, la purezza dei sogni e l’innocenza della sensibilità, divulgando la riflessione universale sull’osservazione seduttiva, sull’empatia umana, destinando agli affetti costanti il valore e la bellezza delle relazioni, la condivisione di ogni sincera vicinanza. Il poeta afferma la propria intimità confidando nel conforto romantico del mantenimento emotivo, nella conferma delle affinità sorprendenti della vita, nelle sfumature carnali di un fiore simbolico (come ricorda il titolo del libro) che palesa la complicità istintiva. L’innamoramento e la sensualità comunicano la presenza cosciente della voluttà, descrivono l’incanto ideale dell’anima in comunione con le sensazioni del corpo. La fiducia nei rapporti sentimentali distende l’espressione di gratitudine profonda nei confronti di un privilegio concesso alle aspettative di felicità, supera la soglia cognitiva dei dubbi, abbandonando le esitazioni, rivelando la positiva manifestazione delle percezioni, intuendo la dedizione incisa nella dimensione del possesso. La poesia di Marco Galvagni, generata dall’attitudine autentica della gentilezza, coinvolge la tensione ardente del corteggiamento, incoraggia la sublimazione dell’immaginario erotico unito alle dinamiche di conquista. Lo stile affabile delle poesie stimola l’origine suggestiva dei legami complementari con le amate destinatarie femminili nello slancio affettivo, nella protezione e nel contatto reciproco. L’entità e il rispetto estetico dei versi rinnova il tempo della confidenza, rigenera la complicità costante del vincolo amoroso, conferma l’esclusività dell’intenso entusiasmo. “Un’orchidea selvaggia” trasmette la direzione del fascino, coglie intuitivamente il tempo e lo spazio degli impulsi volitivi, caratterizzando nella coerente alleanza della sfera affettiva la galanteria d’animo, l’esaltazione inebriante del cuore, la sensualità della psiche. Il potere liberatorio e intrigante della dedizione amorosa avvince tra le pagine una sinestesia dei sensi e oltre la facoltà elegiaca del linguaggio persuade l’arte esibita dell’istinto e della ragione valorizzando la ricerca appassionata del piacere, nell’attesa riflessa della vita.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”