ANGELO DOLCE

Alla memoria di mia madre

Angelo dolce

profumato d’incanto,

dipanavi le mie vicende

nel transitare farfugliando

su questa terra ora azzurra,

ora che sogno di lambire

le sue trecce frumento che scattano

ogni aurora nella brezza marina.

Tu che mi conducevi per mano

tra i fili d’erba dei prati

a rotolare nell’erba insieme ad un pallone

mentre le sue braccia di quercia

erano monito, albero dalla cascata di foglie.

Tu che hai divelto le stimmate degli anni

con un uncino d’avorio

rendendo più terso il cielo

una volta procelloso,

mantenendo l’occhio diamantato del giudizio.

Ora che s’è spento il tuo umano cammino

sempre serberò tra i ricordi

il profumo della tua testa

canuta e stanca che si dondola con fiducia

avvolta nel tepore del mio abbraccio

e la luce del tuo volto

che, in una memoria di bambino,

conservo ancora vergine di rughe.

Luglio 2019

Pubblicato da Marco Galvagni

Poeta, saggista e critico letterario.

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